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RIFLESSIONI UTILI PRIMA DI ADOTTARE UN CANE
La scelta di possedere un cane può essere determinata da numerosi fattori sociali che vanno dal piacere di avere un amico fedele, dalla necessità di avere una compagnia per combattere la solitudine o….PURTROPPO dalla moda di passeggiare per le vie del centro con un cane di razza costato un patrimonio.
Dobbiamo ricordare che il cane non è indispensabile all'uomo mentre l'uomo è indispensabile al cane.
Tale affermazione ci deve far riflettere ed eventualmente prendere in considerazione quelle alternative che, oltre a risolvere comunque i nostri problemi, non metterebbero in condizione il nostro cane di avere quelle responsabilità che da solo non sarebbe in grado di assolvere.
Alcune risposte che un futuro possessore di cane dovrebbe darsi:
• la mia famiglia è unanimemente d'accordo sull'adozione
• sono cosciente della responsabilità che mi sto assumendo
• mi sono informato sulle problematiche della razza, caratteriali e di mantenimento
• ho educato i miei figli a non trattarlo come un giocattolo
• sono consapevole che dovrò accudirlo per tutta la sua esistenza
• conosco il regolamento comunale e sono disposto ad osservarlo
• abito in condominio, e ho controllato il regolamento condominiale
• ho verificato che l'ambiente è adatto alle sue caratteristiche
• ho un giardino ma ho già provveduto a metterlo in sicurezza
• ho spazio a disposizione per una buona convivenza
• ho tempo a disposizione per evitare il suo isolamento sociale
• sono disposto ad educarlo personalmente, per la sua giusta socializzazione
• ho già previsto la sua adeguata sistemazione durante le vacanze--- in caso contrario sono disposto a rinunciare alle vacanze
• ho possibilità economiche per fornire le vaccinazioni e le cure mediche
• ho possibilità di mantenimento ( es. i costi variano a seconda della razza e della taglia )
• ho molta pazienza per superare gli inevitabili problemi in particolare dei cuccioli
• accetto la sua natura
• lo considererò a pieno titolo un componente della famiglia
Va considerato che circa il 50% delle persone che hanno scelto di avere un cane, indipendentemente dalle ragioni che le hanno spinte a farlo, si sono pentite dopo poche settimane di convivenza per i disagi che tale condizione comporta.
A questo punto vengono innescati quei comportamenti "umani" che tutti conosciamo e che rendono quelle persone, presunte amanti dei cani, in accaniti oppositori di quell'innocente essere vivente che sporca, abbaia, ha fame e ti sta sempre fra i piedi.
C'è chi si fa in quattro per trovare una nuova sistemazione per quel peso morto che gira per casa, adducendosi mille pretesti per giustificare il proprio errore. I più tentano di rifilarlo a qualcun'altro, senza chiedersi se, per il cucciolo, sarà la soluzione più appropriata, ciò che più conta è avere la coscienza a posto. Ma c'è di peggio. Esistono quei presunti esseri umani senza scrupoli che, non avendo nessuna coscienza, risolvono il problema come solo i vigliacchi sanno fare, lo abbandonano.
Vi siete mai chiesto cosa prova un cucciolo sballottato in ambienti diversi? Bene!, prima di adottare un cane, domandatevelo!
Prima di portarvi a casa un cucciolo riflettete o fatevi consigliare, qual che sia la vostra scelta, se ponderata, vi renderà soddisfatti e senza problemi sconosciuti da risolvere.
ACQUISTARE UN CUCCIOLO DI BULLDOG?
Il processo per acquistare o adottare un cucciolo dovrebbe sempre consistere nei tre seguenti passi nell’ordine elencato:
1. La scelta di una razza
2. La scelta di un allevatore
3. La scelta di un cucciolo
Perché questi tre passi e in quella sequenza?
Troppo spesso il futuro padrone procede nell’ordine contrario. Cioè, spesso non ha un’idea chiara della sua razza preferita e non ha neanche selezionato un allevatore. Di solito, la persona si è innamorata di un cucciolo visto da un allevatore privato (nel miglior caso) o in un negozio di animali domestici, dove si vendono decine di razze differenti. Di conseguenza, l’adozione di un cucciolo è il risultato di un acquisto impulsivo, e non di un’azione razionale e di un processo adeguatamente maturato. In altri casi i futuri padroni hanno sì una idea chiara della razza che desiderano e selezionano anche seriamente l’allevatore, però mancano di selezionare idoneamente il cucciolo che più conviene a loro.
Passo 1. Assicuratevi che il Bulldog Inglese sia la razza giusta per voi.
Prima di implicarsi ad acquistare o adottare un bulldog considerate quanto segue:
Decine di bulldog sono abbandonati ogni anno o portati ad i canili municipali. Questo è il prezzo che il Bulldog paga per la sua popolarità (questa razza entra fra le 24 razze più popolari). Questo succede perché l’acquirente è, nel peggior caso, interessato allo status symbol conferito da questa razza. Solo dopo scoprono l’attenzione particolare che richiedono le rughe, gli occhi, il muso schiacciato, la coda, la struttura inusuale ed i livelli di energia irregolari e purtroppo anche, in certi casi, i difetti genetici risultati dalla riproduzione irresponsabile.
I bulldog non maturano mai completamente: rimangono sempre cuccioli. Si dice che mentre il cane medio matura fra i 12 e 18 mesi, il bulldog matura solo verso i 36 mesi (cioè i tre anni). I bulldog vivono anche di meno della maggior parte delle altre razze, il che significa che il periodo nel quale è un cane adulto e ancora vigoroso, è molto più breve se paragonato alle altre razze canine.
Sono dei veri “cani da compagnia” e richiedono molte attenzioni da parte del loro padrone. Se lasciato da solo, il bulldog può essere molto distruttivo. Possono mantenere l’abitudine di mordicchiare le cose per tutta la vita. Questa abitudine di mordicchiare è molto più accentuata nei bulldog che in altre razze. A volte devono essere messi nei kennel quando non sono controllati. Un bulldog non deva mai essere lasciato senza supervisione nel giardino. Questo non solo può essere pericoloso per il suo benessere, ma anche perchè spesso sono oggetto di furti.
In più, il bulldog sono soggetti a numerosi difetti genetici identificati e soffrono anche delle molte malattie che si incontrano in altre razze. I problemi comuni di salute del bulldog sono:
allungamento del palato molle, trachea piccola, allergie, dermatiti, rogna demodetica, prolasso della terza palpebra, displasia dell’anca e problemi cardiaci. Alcuni di loro hanno tendenza ad automutilarsi (soprattutto se soffrono di prurito), di conseguenza i padroni devono controllare attentamente ogni segno di irritazione della pelle o verificare quando il cane inizia a grattarsi. Se adottate un bulldog più anziano, molte volte questi “problemi” saranno già dichiarati ed identificati.
Un’ulteriore problema consiste nel fatto che non ostante la sua popolarità fra la gente, la specificità del bulldog è poco conosciuta dalla maggioranza dei veterinari. Quello che può essere il trattamento adatto per tutte le razze può rivelarsi disastrosa se applicata al bulldog. Poiché non tutti i veterinari sono coscienti di questo fatto, dovrette consultare padroni con consumata esperienza sui bulldog o contattare il bulldog club locale (o nazionale) per trovare un veterinario qualificato alla cura dei bulldog. Altro fattore importante: qualsiasi veterinario che dovrebbe fare una chirurgia al vostro bulldog deve avere precedenti esperienze nella pratica di anestesie su questa razza. Ebbene se non conoscete un veterinario con queste caratteristiche (a una distanza ragionevole da casa vostra), se non conoscete altri padroni (esperti) di bulldog e se l’allevatore dove avete intenzione di comprarlo non sembra disposto ad assistervi, forse non è una buona idea scegliere un bulldog come amico a 4 zampe. Questo è assolutamente da rispettare alla lettera se pensate ad un bulldog se è la prima esperienza con un cane.
Ricordate che i bulldog soffrono moltissimo il caldo e l’eccessivo esercizio fisico (con qualsiasi temperatura). In conclusione, un bulldog non è appropriato per una persona a cui piace fare delle lunghe passeggiate con il cane al mare o in campagna.
Non ostante questo, non dovete essere troppo spaventati della reputazione dei difetti congeniti e dei problemi associati a questa razza. TUTTE le razze sono soggette a difetti genetici di salute e di temperamento. Fidarsi di un allevatore di buona reputazione minimizza i rischi di ritrovarsi con un cane problematico ( ma non li elimina completamente).
E’ importante sapere che certe razze sono state danneggiate da programmi di riproduzione abusiva: la miglior risposta alla lunga lista di difetti e problemi potenziali è di essere consci di questo fin dall’inizio. Tenete anche conto che questa lunga lista può essere il riflesso di una conoscenza approfondita della razza piuttosto che dalla probabilità di incontrare problemi, in quanto le condizioni di salue dei bulldog sono stati probabilmente studiati in maniere più approfondita. Le razze poco conosciute o rare sono generalmente meno studiate di una razza popolare come il bulldog, con la logica conseguenza di avere delle liste di problematiche ben più corte. In più, un difetto in una razza rara si propagherà anche più velocemente e sarà più difficile da eliminare in quanto ristretto ad una popolazione più piccola.
2. Scegliere un buon allevatore.
E’ generalmente una buona idea trovare un allevatore medio-piccolo ma affidabile e con fermi principi etici nel campo della riproduzione. L’ideale è trovare un allevatore dedicato alla razza (che ne abbia al massimo un’altra razza) e che, per ogni femmina, faccia un parto con frequenza biennale.
Un buon allevatore sarà quello che vi farà numerose domande sulla vostra capacità di essere un buon padrone per il suo cucciolo. Per questo sarà disposto ad aiutarvi ed a consigliarvi per tutto il periodo dello svezzamento successivo all’acquisto. In questo modo avrete l’aiuto di un esperto qualificato che vi aiuterà a risolvere eventuali problemi e vi permetterà di risparmiare soldi inutili in spese veterinarie.
Fortunatamente, a causa dell’alto costo di una cucciolata e del basso margine di profitto, gli allevatori commerciali stanno alla larga dai bulldog. Questo non vuol dire, tuttavia, che tutti gli allevatori siano seri e responsabili.
Alcuni allevatori sebbene non mossi dal denaro (ma dal desiderio di fama) potrebbero avere la tendenza di accoppiare ripetutamente padre con figlia e viceversa al fine di riprodurre un potenziale campione ma dimenticando che non mischiando adeguatamente differenti linee di sangue può portare a problemi di stabilità caratteriale o problemi di salute. Questo spiega perché si stanno sviluppando metodi alternativi di allevamento (a difesa della razza) come ad esempio “The Old English Bulldogge”.
3. Scegliere il giusto cucciolo nella cucciolata è solo l’ultimo passo nel processo di selezione.
Dopo aver univocamente scelto la razza ed avere identificato l’allevatore ideale, si è arrivati alla scelta finale del cucciolo. La maggior parte delle guide canine segnalano quali sono i fattori fisici e di salute che si devono tener in considerazione ma questo aiuta a scegliere una cucciolata da un’altra, non indicano i criteri per scegliere un cicciolo all’interno di una specifica cucciolata.
Le cose che vi suggeriamo di guardare con attenzione sono: il pelo lucido, un corpo compatto, un naso abbastanza largo con delle narici ben aperte, delle zampe dritte con piedi il più grandi possibile. Verificare anche la posizione delle orecchie, ma tenete conto che all’età di 8 settimane le orecchie possono non essersi ancora sviluppate con la forma tipica a pelato di rosa. Il cucciolo deve avere l’aspetto di essere ben nutrito ma non deve tuttavia avere una pancia eccessivamente grande il che potrebbe indicare la presenza di vermi.
Il sesso del cucciolo è questione di preferenza personale. Se scegliete una femmina perché desiderate di avere una cucciolata, considerate che ciò vi comporterà molta attenzione perchè il parto dei bulldog è abbastanza difficile. Christian Bruton sostiene che il bulldog è una delle poche razze dove il maschio è più docile e socievole della femmina. Queste ultime tendono ad affezionarsi molto di più alla casa ed alla famiglia che ad un padrone particolare e di conseguenza risultano ottime come cani da guardia. Il maschio invece tende ad affezionarsi di più al singolo padrone. Un’altra diferenza tra i due sessi (secondo Dickerson) è che i maschi sono più lenti a capire qualcosa ma tuttavia la ricordano per molto più tempo.
A parte l’ aspetto fisico del cane e della selezione del sesso, è fondamentale scegliere un cucciolo in funzione del suo potenziale carattere. In un altro articolo (come scegliere un cucciolo) si spiega quale sono i test da fare al cucciolo per tentare di scoprire il suo carattere futuro.
COME SCLEGLIERE UN CUCCIOLO
Indipendentemente dal fatto che ogni razza canina presenta determinate predisposizioni a riguardo dei tratti caratteriali, è indubbio che il carattere adulto del cane è prima di tutto condizionata dall’ambiente dove sarà allevato e dall’addestramento che riceverà.
Tuttavia esistono certi test della personalità che aiutano a rivelare il temperamento del cucciolo al momento dell’acquisto (o adozione)
Questi suddetti test non sono sicuri al 100%, ne garantiscono una sicurezza assoluta sullo sviluppo caratteriale del vostro cane, ma ciononostante, possono costituire un aiuto supplementare nella scelta del cucciolo.
Vediamo ora di classificare i 5 tipi di temperamento del cane :
A. Tipo dominante, ribelle, non raccomandato come animale domestico di compagni ma eccellente come guardiano o cane di difesa se addestrato idoneamente.
B. Tipo indipendente che richiede una educazione decisa. Non è raccomandato per i bambini.
C. Tipo dolce, obbediente e molto stabile.
D. Tipo come il precedente con addirittura un bisogno di coccole ed assolutamente gentile con i bambini.
E. Tipo timoroso, ansioso e imprevedibile, da non selezionare se si hanno dei bambini.
Avendo visto la tipologia caratteriale del cane, vediamo ora quali sono i test da fare secondo ogni tipo. E’ importante considerare il fatto che questi test sono “validi” per cuccioli fra 6 e 8 mesi di età.
TEST DI SOCIALITA’
Mettere il cucciolo per terra ed allontanatevi rapidamente, poi cercate di farvelo avvicinare applaudendo con le mani
A. Il cucciolo si muove verso di voi avvicinandosi rapidamente
B. Il cucciolo si avvicina con la coda in alto
C. Il cucciolo si avvicina e muove la coda
D. Il cucciolo si avvicina con la coda bassa
E. Il cucciolo rimane immobile nel posto dove lo avete lasciato
TEST FOLLOW THE MASTER (segui il padrone)
Muovetevi vicino al cucciolo fino ad allontanarvi dal suo campo visuale (senza chiamarlo)
A. Vi segue mordicchiando i vostri piedi
B. Vi segue mantenendo la coda alta
C. Vi segue mantenendo la coda bassa
D. Vi segue esitante, mantenendo la coda bassa
E. Rimane pressoché immobile dove l’avete lasciato
TEST ACCEPTANCE OF CONSTRAINT (accettazione della costrizione)
Prendete il cucciolo, posizionandolo a pancia in su mettendoli una mano sul petto in modo che non si possa rimettere in posizione normale subito.
A. Il cucciolo combatte e resiste mordicchiando e ringhiando
B. Il cucciolo combatte e resiste senza mordicchiare e ringhiare
C. Il cucciolo prima resiste e poi si calma e lecca la vostra mano
D. Non resiste per niente e lecca la vostra mano
E. Si comporta senza coerenza : prima resiste, poi si calma, successivamente ringhi e ricomincia a lottare.
TEST ACCEPTANCE OF DOMINATION (accettazione della dominanza)
Iniziate ad accarezzare il cucciolo prima sulla testa, poi sul collo e infine sulla schiena.
A. Il cucciolo salta, graffia, ringhia e morde
B. Il cucciolo salta e graffia
C. Il cucciolo si gira ed inizia a leccarvi la mano
D. Il cucciolo si gira sulla schiena e lecca la mano
E. Il cucciolo se ne va.
TEST DI STABILITA’
Sollevate il cucciolo dal suolo con entrambe le mani attorno al petto.
A. Si rigira vigorosamente, ringhia e morde
B. Si rigira vigorosamente
C. Si rigira, si calma ed inizia a leccarvi la mano
D. Non si rigira e vi lecca la mano
E. Si comporta in modo incoerente: prima resiste, poi si calma, dopo inizia a ringhiare e a mordere e quindi vi lecca la mano.
Come tutti i test della personalità l’obbiettivo non è di raggiungere 5 risposte su 5. La maggioranza di risultati di una lettera vi indicheranno il corrispondente tipo caratteriale.
Tenete presente che questi risultati saranno sempre relativi. Il cucciolo ideale (tipo C o D) può diventare un terribile cane adulto se non allevato correttamente. E’ comunque importante sapere che cuccioli del tipo A, B o E necessitano un’educazione molto più impegnativa che fallirà se non siete disposti ad investire tempo ed energia. Considerate anche la possibile concordanza (o no) fra la vostra personalità e quella del cucciolo che desiderate acquistare.
Se avete un carattere dominante, tipi di cane con personalità A o B saranno più idonei al vostro stile di educazione del cane che, se scelto del tipo D potrebbe diventare troppo timoroso.
Un cane di tipo E potrebbe indicare che il cucciolo ha sofferto una mancanza di “imprinting” durante la fase di sviluppo (da 0 a 6 mesi) che è spesso irreversibile.
Fonte: www.bulldoginformation.com/comprare-un-cucciolo.html
L’ALLEVATORE CHI E’ COSTUI?
Allevare significa tirar su, assistere ( RIZZOLI LAROUSSE )
In pratica far sì che un determinato animale compia in cattività l’intero ciclo vitale, giungendo a riprodursi.
Per l’uomo l’allevamento costituisce più dell’agricoltura la riserva fondamentale delle zone più povere e depresse. Si possono allevare animali da reddito (bovini, ovini,ecc.) o d’ affezione (cani ecc.. ).
Il Ministro delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali il giorno 5 febbraio 1996 con D.M. n° 21095 approva il Disciplinare del Libro genealogico del cane di razza. La promulgazione di questo Disciplinare rappresenta una svolta epocale sulla gestione del Libro Italiano Origini, in quanto, tutte le competenze che prima facevano capo all’ENCI sono passate ad una gestione Ministeriale.
PRIMA
Prima esisteva l’Allevatore occasionale, l’Allevatore con Affisso e l’Allevatore con Affisso e anche Socio individuale.
Per allevare bastava possedere una qualsiasi fattrice di razza dotata di Pedigree e ai frutti naturali veniva concesso l’iscrizione al LOI ( Libro Origini Italiano).
Per alcune razza esisteva ancora il LIR ( Libro Italiano Riconosciuto). Il LIR è un attestato di tipicità rilasciato da un Giudice Esperto in occasione di una Esposizione e dopo alcune generazioni (4) di LIR i soggetti potevano essere iscritti al LOI.
DOPO
Il 5 febbraio del 1996 con Decreto Ministeriale n° 21095 del Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali, viene promulgato il Disciplinare del Libro genealogico del cane di razza e successivamente con DM n° 20894 del 18 aprile 2000 viene realizzata anche l’istituzione del Disciplinare del corpo degli Esperti.
Si rende significativo evidenziare che, mentre fino al 1996 la normativa veniva esclusivamente decisa dal Consiglio Direttivo dell’ENCI, successivamente tale normativa per la prima volta viene regolamentata dal succitato Ministero.
Gli stessi Decreti prevedono altresì l’istituzione di una Commissione Tecnica Centrale ( CTC), di un Ufficio Centrale del Libro genealogico ( ROI ), l’Albo del Corpo degli Esperti ( Giudici ), il Registro Supplementare Riconosciuto ( RSR ex LIR ), il Comitato Consuntivo degli Esperti, che è poi l’Organo di autogoverno, istituito per la prima volta nella storia ed eletto dall’Assemblea degli Esperti all’uopo convocata, dal Registro degli Allevatori e dei Proprietari.
Nel Registro degli Allevatori sono passati di fatto tutti gli ex Soci Individuali, gli altri devono dimostrare di possedere alcuni requisiti previsti dal modulo di iscrizione all’uopo predisposto dall’ENCI.
Chi è il buon Allevatore? Prodotti allevati, conoscenze e competenze necessarie
Il buon Allevatore si valuta dall’osservazione e dall’analisi dei prodotti allevati.
Il buon Allevatore non è colui che produce un soggetto “di punta” magari nato per caso, bensì colui che alleva di norma il buon cane medio; cioè il soggetto in qualifica, il cui comportamento risulta equilibrato secondo i dettami dello standard e che sia esente da anomalie genetiche varie.
L’Allevatore per ottenere tale traguardo deve come definito da un Autore, possedere la scienza del teorico e l’esperienza del pratico.
Possedere la sola scienza del teorico altro non è che un vano tesoro, con la sola esperienza del pratico allevare diventa solo un vano sforzo.
La titolarità di un Affisso che definiremo più avanti non può tradursi sempre in certificato di qualità. Agli Allevatori attualmente non è richiesto nessun impegno volto a garantire, come previsto per altre attività professionali, svolte in settori meno impegnativi l’indispensabile formazione di base.
Nella realtà l’acquisizione delle esperienze e delle competenze teorico-pratiche ritenute necessarie nello specifico settore, avviene attraverso autonome e comunque apprezzabili iniziative personali.
E’ auspicabile che prima o poi gli Organismi Istituzionali all’uopo preposti, possano dopo avere organizzato l’indispensabile formazione di base rilasciare un certificato di abilitazione o idoneità.
All’Allevatore occasionale per iscrivere i cuccioli di una cucciolata, magari indesiderata, bastava dimostrare che i genitori fossero in possesso di un pedigree anche se “fasullo”. Nessun controllo era previsto ne richiesto,
pertanto, anche ai figli di genitori portatori di importanti patologie facilmente trasmissibili veniva rilasciato il pedigree.
L’Allevatore titolare di “Affisso” invece, per il buon nome dell’allevamento era uso controllare di più i soggetti prima di destinarli alla riproduzione.
Cos’è l’Affisso? Modalità per ottenerlo
Per “Affisso s’intende la denominazione di un allevamento destinato a distinguerne i prodotti”; così stabilisce l’art. 22 del “Regolamento dei libri genealogici Italiani”. Ma in cosa consiste la “distinzione” dei prodotti di quel determinato allevamento?
In effetti come già ribadito, tale riconoscimento di significato prevalentemente “anagrafico”, non può tradursi sempre in certificato di qualità.
Il nome dell’affisso precede o segue il nome individuale del cane proveniente da una fattrice della quale il titolare di affisso ne risulti proprietario.
Il titolare di affisso deve essere persona moralmente ineccepibile e non deve svolgere attività commerciale mediante la compravendita di cani non prodotti dal suo allevamento.
E’ facoltà del CDN dell’ENCI sospendere, revocare, nonché vietare l’uso degli affissi per giusti motivi.
I requisiti necessari per ottenere l’Affisso sono elencati nel “Regolamento dei libri genealogici italiani” all’art. 23.
Le modalità e i requisiti richiesti per ottenerlo sono:
a) risultare proprietario da almeno un anno di due fattrici della medesima razza. Per fattrice si intende un soggetto di sesso femminile che ha già riprodotto;
b) avere prodotto due cucciolate della stessa razza delle fattrici di cui al punto a)nate almeno un anno prima della richiesta di Affisso;
c) avere partecipato a manifestazioni a carattere nazionale ed internazionale riconosciute dall’ENCI conseguendo con propri soggetti, qualifiche di almeno “ Molto buono”;
d) versare la quota di concessione.
Relativamente all’aspetto conoscitivo non sembra coerente e tanto meno giustificato che un Allevatore dopo l’ottenimento dell’Affisso per una data razza, possa come previsto dall’art. 24 del “Regolamento dei libri genealogici italiani” allevarne altre.
Il titolare di un Affisso ha la facoltà di associare nell’allevamento, il coniuge o il discendente o collaterale di 1°grado in linea diretta , purché abbiano raggiunto il 18° anno di età. Gli ampliamenti, le associazioni o le successioni sopra descritte non prevedono la benché minima formazione di base.
Carenze queste, che qualcuno dovrà prima o poi rimuovere.
Attualmente a seguito della promulgazione del Decreto Ministeriale n° 20894 del 18/04/2000 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, viene istituito il Registro degli Allevatori e dei Proprietari.
Al Registro degli Allevatori previsto dal Disciplinare del libro genealogico del cane di razza, possono chiedere di essere iscritti come previsto dall’ art. 1, le persone fisiche e giuridiche che, a qualsiasi titolo svolgano l’attività di allevamento con fattrici iscritte e adibite alla riproduzione e che abbiano prodotto almeno una cucciolata registrata negli ultimi tre anni. Gli Allevatori titolari di Affisso e che siano anche Soci individuali vengono direttamente iscritti nel Registro degli Allevatori purché risultino, dai dati presenti negli archivi dell’ENCI in possesso dei requisiti fissati sempre dall’art. 1.
Quelli invece che alla data di entrata in vigore del DM succitato, risultino solo titolari di Affisso e non anche ex Soci individuali, per essere iscritti al Registro degli Allevatori e diventare così Soci Allevatori, che come già detto sostituiscono gli ex Soci individuali, debbono possedere i requisiti previsti dall’Art. 1 e compendiati nello stampato di seguito riportato.
Verifica dei risultati dei soggetti allevati : Ufficiosa e Ufficiale
La verifica dei risultati raggiunti dai soggetti prodotti in allevamento consta di due momenti: quello ufficioso e quello ufficiale.
La valutazione in via ufficiosa viene fatta direttamente dall’allevatore a tutte le età.
Affinché tale valutazione risulti obiettiva, l’allevatore deve conoscere bene la razza, tutte le fasi dello sviluppo e non deve essere troppo indulgente.
Per quanto concerne la valutazione ufficiale esistono due grandi opportunità: le Esposizioni e le Prove.
I soggetti di alcune razze controllate specificatamente da delle Associazioni Specializzate all’uopo preposte e riconosciute dall’ENCI, oltre alle Esposizioni possono partecipare anche ai Raduni di Razza.
La valutazione prevista nelle Esposizioni e nei Raduni di Razza è prettamente morfologica, mentre nelle Prove viene valutato il comportamento. In CINOGNOSTICA ( dal Greco kinòs ) cane e ( gnostiké) arte della conoscenza o scienza conoscitiva, esistono quattro tipi di bellezza e precisamente:
la bellezza convenzionale
la bellezza armonica
la bellezza di adattamento o funzionale
la bellezza morale e psichica
Di queste, quella che si valuta in Esposizione è la bellezza di adattamento o funzionale.
Tale bellezza viene indicata e definita dai vari standard di razza, all’uopo redatti da una apposita Commissione costituita in seno alla FCI.
Dalla lettura di uno standard un qualsiasi lettore dovrebbe formarsi una immagine mentale del prototipo che lo stesso standard intende definire.
Purtroppo non è sempre così, in quanto esistono standard redatti in maniera concisa, prolissa, carente e in rarissimi casi corretta e perfino corredata di misure.
Oltre alla FCI, esistono anche altri Organismi internazionali che possono redigere degli standard quali, il Kennel Club Inglese con sigla KC e l’Americano AKC.
LE GARANZIE DA AVERE DAL TUO ALLEVATORE
Poiché sono sempre più numerosi le persone che scrivono sul forum o inviano mail chiedendo consigli per l’acquisto di un cucciolo di bulldog si ritiene opportuno (anche dietro vari suggerimenti dei componenti di questa bullfamily) aprire una discussione appropriata e dedicata all’argomento.
Le varie domande formulate in vari modi alla fine hanno questi quesiti in comune:
1) se mi trovassi a dover acquistare un cucciolo di bullo, come faccio a essere certa che sia un esemplare puro e non magari un incrocio con un'altra razza?
2) il pedigree è sinonimo di purezza o indica solamente l'albero genealogico del cucciolo?
3) come faccio a essere certa che il pedigree sia autentico?
4) come faccio a capire se l'allevamento è affidabile e serio?
Per poter dare una risposta iniziale e fondamentale riportiamo il primo consiglio che viene sempre posto all’attenzione dei bull-neofiti……ricordiamo cioè che bisogna evitare l’acquisto di bulli provenienti dal mercato incontrollato dell’Est, generalmente venduti tramite le vie più svariate (le condizioni di questi cuccioli sono veramente penose e le sorprese in genere non mancano e si presentano con vari problemi…. Salute al primo posto:
1) negozi di animali o fiere
2) pseudo-allevatori italiani che partecipano in affari con la “tratta” dei cuccioli dell’Est facendoli passare per italiani (alcuni esempi riportati nella sezione "bull fattoria dei raggiri" fanno veramente pensare)
3) annunci su giornali e/o internet
Con questo, lungi da noi voler demonizzare i paesi dell’Est, voglio ricordare che in quei paesi esistono comunque degli allevamenti di tutto riguardo e che fanno una ottima concorrenza all’Italia per la bellezza, qualità e la salute dei soggetti…… ma bisogna andare sul posto e conoscerli bene.
I cuccioli in Italia possono essere acquistati presso Allevatori professionisti ma anche presso privati. Mentre i primi dovrebbero (dico “dovrebbero") fornire più garanzie, i secondi devono essere contattati solo se si è certi della loro serietà.
Gli allevatori con affisso (professionisti) non sono tutti uguali e per alcuni vi sono forti dubbi sulla loro “professionalità”. Quindi informarsi prima dell’acquisto e, in questo,il passaparola e i “consigli” tra i “consumatori” che hanno maturato esperienza sull’iter delle varie fasi di crescita sono molto utili.
Non tutti gli allevatori sono anche quel che sembrano o che vogliono farti sembrare…. Nel campo commerciale (e il business non è poco in certi casi) non dimentichiamoci che esistono specchietti per le allodole o calamite per gli allocchi). Vai oltre alle frasi che sentirai certamente… (una formula consueta e consumata è: “i cuccioli che vendo sono per me come dei figli ed è terribile per me separarmi da loro”……..Cerchiamo anche di andare oltre alle smancerie barocche, agli autoelogi sontuosi e ai discorsi… sui mega, stra iper allevamenti. Prestare quindi attenzione ai fatti di ciò che vi si propone in quel momento.
Di buoni Allevatori in Italia non ne mancano di certo…. E ne possiamo essere orgogliosi! Devi solo aprire bene gli occhi e valutare sempre!.
Richiedi comunque le garanzie…. Anzi se non te le propongono loro … è forse segno che per te è meglio girare i tacchi!
I privati possono anche essere degli ottimi referenti per l’acquisto di bulldog eccellenti. Tutto dipende dalla loro preparazione, cura e dalle monte certificate di soggetti garantiti e pregevoli.
Ma anche in questo caso… meglio aver gli occhi aperti e conoscere bene con chi si ha a che fare. In genere, ma non sempre, le cure e le attenzioni che un privato offre alla sua cucciolata sono veramente una marcia in più rispetto a certi (alcuni non tutti) allevatori che magari hanno una specie di catena di montaggio.
Quindi la prima regola oltre a non acquistare bulldog dai cagnari dell’Est è quella di aprire bene gli occhi prima di “spalancare” il portafoglio..... (e di continuare a farlo dopo con spese veterinarie)
In ogni caso….
Ecco quello che non deve mancare! un elenco di documenti che l'allevatore DEVE consegnarti, (se sei in un allevamento "serio"):
- fotocopia del pedigree dei genitori
- fotocopia modello A e B (di denuncia all'ENCI della cucciolata)
- copia ecocardiodoppler di ENTRAMBI i genitori (che attesta che non abbiano patologie cardiache)
- copia del DNA sempre di entrambe i genitori, cosi, se un giorno ti venissero dei dubbi, potrai sempre fare il test al piccolo e verificare che veramente sia figlio di quei due cani.
Sorvoliamo sulla questione delle fatture da rilasciare all’atto della vendita!.... se no che business sarebbe per alcuni?
Se non hai questi documenti l’unica tua garanzia è la parola di chi vende e le orecchie di chi acquista a occhi chiusi….
A)Gli allevatori seri ti presenteranno questi documenti senza che neanche tu li chieda.
B) Gli pseudo-allevatori glisseranno con mille scuse o con sinuose e iperboliche frasi per giustificare l’assenza di quei documenti o di alcuni di essi. Ovvio cosa possono fare? Possono sempre sperare sul tuo tallone di Achille che è quello dato dal fatto che quando si vedono i cuccioli in genere non si ragiona più, si perde la testa e si desidera averli al più presto. Eh si, già da piccoli i bulldog riescono a corromperti l’anima! Quindi, cerca di proteggere il tuo tallone di Achille da certi sguardi languidi dei 4 zampa e dagli sguardi ad “ESSE con due sbarre verticali” di chi cerca di vendere con il minimo o l’assenza di garanzie.
Una garanzia per "la purezza" di un bullo può essere il Dna che non tutti gli allevatori, fanno fare ai proprio cani.... un allevatore che non ha fatto il Dna al proprio cane potrebbe già farti pensare che ha qualcosa da nascondere.
Fatti mostrare la mamma del cucciolo, perche' se il cucciolo e' nato in Italia sicuramente la mamma si trova dall'allevatore, poi se sei fortunato potrebbe anche avere il padre, ma questo non e' detto visto che per le monte vengono scelti soggetti anche di altri allevamenti.
Per quanto riguarda il Pedigree del cucciolo devi attendere dai 8 9 mesi per averlo, questi sono i tempi per l'Enci per farlo, pero' puoi farti mostrare il modello B cioe' la denuncia della cucciolata con i relativi microchip e i nomi dei cuccioli, cosi' potrai essere certa che la cucciolata avra' il pedigree!
Ritornando al caso di allevatori italiani in “affari” con il mercato dell’Est…. si specifica che ci sono alcuni pseudo-allevatori che fanno del prezzo una "garanzia di qualità", cioè ti propongono un cucciolo a 2000-2500 euro, e ti dicono che è di ottima genealogia, che ha degli ottimi genitori e che ti garantiscono (cosa impossibile) che è esente da patologie ereditarie. Tu, considerato il prezzo e le loro parole, lo prendi e te lo porti a casa pensando che sia un sanissimo bullo italiano. Quando arriva il pedigree.....sorpresa!! è un cucciolo che viene dall'est, che si è fatto un sacco di km di viaggio quando era piccolissimo e senza vaccini (che dal libretto sanitario che ti hanno consegnato risultano ovviamente fatti in Italia) e che chiaramente, anche se è un ciccione dolcissimo, non vale il prezzo richiesto che è quello di un cucciolo italiano con un buon pedigree.
Per quanto riguarda il pedigree, se italiano, il modo di vedere se non é falso é quello di controllare nel sito dell'enci inserendo i dati richiesti nella pagina apposita. Dovrai digitare i dati che trovi sul pedigree e il nome dell'allevatore.
Ma, forse sarà troppo tardi perché oramai sarai già affezionata al cucciolo… perché la verifica sul sito dell'Enci si puo' fare solo dopo che ti è arrivato il pedigree e che ovviamente il cucciolotto è stato iscritto nei registi, quindi non è un controllo che puoi fare al momento dell'acquisto, ma solo quando il piccolo ha 8-9 mesi.
PERCHÈ NON ACQUISTARE CANI PROVENIENTI DAL MERCATO NERO (PAESI DELL'EST)
Molta gente ancora non ha capito cosa si nasconde dietro al traffico di cuccioli dall’Est europeo, ovvero dei cuccioli commercializzati dalla stragrande maggioranza dei negozi e dei cosiddetti “puppy mills”, ovvero sedicenti allevamenti che si pubblicizzano con frasi come “Dieci (o venti, trenta…) bellissime razze! Spedizioni in tutta Italia, isole comprese!”…come se i cuccioli fossero armadietti per la cucina.
Ma che c’è di sbagliato, in fondo, in questi cuccioletti di provenienza ungherese o rumena, che appaiono tanto carini e che (secondo la vox populi, perché la realtà è un po’ diversa) costano meno di un cane di allevamento?
Forse i cani di allevamento sono un po’ più belli…ma se non si è intenzionati a fare esposizioni, cosa importa se un’orecchia è un po’ più lunga, o se il pelo è un po’ meno soffice?
Altra obiezione “classica”: ma andiamo,il cucciolo è un cucciolo, punto e basta! Cosa sono tutti questi problemi? La cosa più logica da fare quando si decide per l’acquisto è andare a cercare il posto: a) più comodo, b) più economico.
Partiamo allora da quest’ultimo punto, chiarendo subito che i cuccioli dell’Est non sono mai “a buon prezzo” come potrebbe sembrare a prima vista.
Infatti quel (poco) che si risparmia all’atto dell’acquisto verrà vanificato dalle spese veterinarie sostenute per rimettere in sesto un cane quasi sempre malato, spesso gravemente.
Ma è proprio vero che i cuccioli dell’Est sono quasi sempre malati?
Purtroppo sì, è vero. Ed è vero perché sono allevati “a basso costo”.
Ma questo non significa assolutamente che ci si sforza di venire incontro al cliente per fargli spendere meno!
Significa invece che:
a) i cuccioli nascono da genitori scelti a casaccio, senza criteri selettivi, perché i test per verificare la presenza di tare genetiche costano cari. Quindi non si fanno. Nessuno controlla le patologie oculari, la displasia dell’anca e del gomito, le malattie cardiache ereditarie. Se i genitori sono affetti non vengono mai esclusi dalla riproduzione (come avviene in un buon allevamento), ma usati (anzi, sfruttati) a più non posso. E i cuccioli ereditano queste malattie;
b) le fattrici sfornano una cucciolata dopo l’altra, ogni sei mesi, senza alcun tempo di ripresa: non sono accudite amorevolmente dopo il parto, ma messe lì in attesa del prossimo calore, come in una catena di montaggio. Ovviamente questo debilita immensamente le cagne, e da madri debilitate possono nascere solo cuccioli deboli;
c) per le madri si usa cibo a sua volta a basso costo, e quindi di bassa qualità, che debilita ancora di più le cagne. I cuccioli vengono a malapena svezzati – sempre con cibo di bassa qualità – e poi impacchettati e spediti, perché tenerli più a lungo comporterebbe un costo aggiuntivo che i “cagnari” si guardano bene dal sostenere;
d) i cuccioli vengono “impacchettati e spediti” intorno ai 30-35 giorni di età, perché a 40 giorni (età in cui risultano più “appetibili” per il cliente) devono già essere in vetrina. Questo significa che non possono essere vaccinati (la prima vaccinazione non si può effettuare prima dei 50 giorni perché non avrebbe alcun effetto, essendoci ancora in circolo gli anticorpi materni). Inoltre, a questa età, il sistema immunitario del cucciolo non è ancora completamente sviluppato: quindi i cani non hanno letteralmente difese contro gli agenti patogeni, i virus, i batteri che possono incontrare sul loro cammino;
e) i cuccioli, per arrivare in Italia dall’Ungheria o dagli altri Paesi sedi dei canifici, viaggiano per almeno due giorni (debilitati e senza alcuna protezione vaccinale) su camion senza riscaldamento, stivati come galline in gabbiette non igienizzate che hanno visto passare altre migliaia di cuccioli…con i risultati che si possono facilmente intuire.
Perché, allora, i commercianti acquistano i cani dell’Est?
Perché gli allevatori di qualità, che selezionano con cura e amano i loro cuccioli come se fossero loro figli, ben difficilmente vendono ai negozi: infatti gli allevatori di qualità selezionano anche i clienti. Vogliono conoscerli, sapere chi sono, seguirli lungo tutto il cammino della vita del cucciolo. Questo non sarebbe possibile se i cuccioli venissero consegnati a un rivenditore.
In Italia, ovviamente, non ci sono solo allevatori di qualità (magari!)…ed esistono anche allevatori che rivendono ai negozi: ma il loro prezzo non è mai inferiore ai 250-300 euro.
I cani dell’Est costano circa 50 euro…e i conti sono presto fatti.
All’importatore-grossista, così come al rivenditore finale, non importa se qualche cucciolo muore e/o qualcun altro dev’essere sostituito: il risparmio è tale che possono mettere in conto un 50% di decessi senza che questo renda meno remunerativo l’affare…e infatti la percentuale di cuccioli dell’Est che non sopravvive all’importazione si aggira proprio intorno al 50%. Alcuni muoiono durante il viaggio…molti, purtroppo, nelle case dei nuovi proprietari.
Eppure i cuccioli in vetrina sembrano sempre in ottima forma! Come possono essere tutti malati?
Purtroppo possono, eccome.
Solo che, appena sbarcati in negozio, vengono immediatamente riempiti di gammaglobuline (e talvolta anche di eccitanti) per “mascherare” la situazione reale, che si manifesta sempre e solo dopo la vendita.
I cuccioli dell’Est vengono venduti solo in negozio?
No, purtroppo: anche molti sedicenti allevatori sono in realtà degli importatori.
In generale, tutte le strutture che garantiscono la “pronta consegna” di qualsiasi razza di cane sono altamente sospettabili.
Un altro mezzo di diffusione molto noto sono le cosiddette “Fiere del cucciolo”, “Cucciolandie” e affini.
Se un cucciolo muore dopo pochi giorni dall’acquisto, non si dovrebbe avere diritto a un risarcimento?
Certo, la legge lo prevedrebbe…ma i negozianti mettono – ovviamente – le mani avanti per tutelarsi.
Ecco alcuni tipici segni di fregatura in arrivo:
a) richiesta di denaro contante e rifiuto di assegni, bancomat, carta di credito;
b) richiesta di firmare una “garanzia” che, se letta attentamente, conterrà sempre assurdità quali la durata di 24-48 ore (pazzesco! Il tempo di incubazione delle più comuni malattie virali è di quindici giorni!), il divieto di far visitare il cucciolo da veterinario diverso da quello suggerito dal negoziante (sembra incredibile, ma abbiamo visto anche questa!) e/o altre postille varie che di fatto sollevano il venditore da qualsiasi responsabilità;
c) la mancata consegna di scontrino fiscale per quanto riguarda il cucciolo: sullo scontrino troverete solo le voci relative al cibo, alle ciotole ecc.
Se un cliente la mette proprio giù dura, il negoziante solitamente sostituisce il cucciolo con un altro (sempre dell’Est, ovviamente!): sappiamo di un caso in cui è morto ANCHE il secondo cucciolo, per di più in una famiglia in cui era presente un bambino…e si può immaginare la sua felicità in tutto questo.
Comunque, in alcuni casi, è ancora possibile intentare una causa ed essere risarciti (anche se si è firmato un contratto-capestro).
Non intendiamo, da queste pagine, dare ulteriori armi ai negozianti disonesti e spiegare loro come difendersi meglio: quindi, se volete saperne di più, scrivete all’indirizzo della redazione o mandate una e-mail a canidellest@tipresentoilcane.com.
Vi metteremo in contatto con l’avvocato Simona Mosconi, che dopo essere stata a sua volta vittima di questo losco traffico (il suo west highland è vissuto solo dieci giorni) è riuscita a far sequestrare i cuccioli dell’Est venduti da un grande pet-shop di Milano ed è ancora sulla breccia, insieme alla nostra rivista, per proseguire questa battaglia.
Tutti i cani dell’Est europeo sono cuccioli di scarto?
Ovviamente no! Questo traffico riguarda solo i cosiddetti “canifici”, ovvero gli allevamenti “a basso costo” in cui si producono cuccioli badando solo alla quantità e non alla qualità.
In Ungheria, Romania e altri Paesi europei esistono anche ottimi allevamenti, che producono ottimi cuccioli…e NON li vendono ai negozi italiani, così come non lo fanno, per i motivi già visti, i migliori allevatori di casa nostra.
Quando si parla di “cuccioli dell’Est” ci si riferisce sempre e solo ai canifici: è importante (e corretto!) specificare che all’Est non ci sono solo canifici, ma è ancor più importante ricordare che i cuccioli che vengono importati e rivenduti da negozi e fiere sono SOLO ED ESCLUSIVAMENTE cuccioli di scarto.
Se il negoziante vi parla di cuccioli “figli di campioni ungheresi”, nove volte su dieci vi sta truffando! Chiedetegli la dimostrazione pratica di quanto sta affermando…e vedrete che succede.
Perché nessuno fa nulla per fermare questo traffico?
La risposta è davvero molto triste: perché E’ TUTTO LEGALE.
Cagnari, canifici e negozi si pubblicizzano impunemente dalle pagine di quotidiani, riviste e perfino riviste specializzate (per quanto ne sappiamo, “Ti presento il cane” è al momento l’UNICA rivista che rifiuta la pubblicità di importatori e rivenditori di cuccioli dell’Est), perché la legge italiana non si interessa del problema; i media non si interessano del problema; nessuno se ne interessa finché magari non acquista un cucciolo per i suoi bambini e il cucciolo muore.
E’ perfettamente legale importare cuccioli, purché in regola con le vaccinazioni: ma i libretti si falsificano senza problema, basta un veterinario complice.
E’ perfettamente legale (ed è VERGOGNOSO che lo sia) esporre i cuccioli in vetrina, a rotazione, così se uno solo di essi fosse malato è garantito che impesta anche tutti quelli che arriveranno dopo di lui (ma intanto ci sono la gammaglobuline!).
E’ perfettamente legale, sempre con la complicità di un veterinario, “dopare” letteralmente i cuccioli per farli sembrare vispi e allegri: basta che il veterinario dichiari che avevano bisogno della somministrazione di quei tali farmaci.
Purtroppo sì, è proprio così: i veterinari complici non solo esistono, ma sono anche numerosissimi.
E l’Ordine dei Veterinari, invece di cercarli uno ad uno e di radiarli ignominiosamente, si preoccupa di punire chi cerca di offrire un servizio sociale…come sta accadendo alla Mutua veterinaria di Torino, di cui parleremo nel prossimo numero.
Di cani dell’Est ho tentato personalmente di parlare ai media (innumerevoli e-mail, fax e lettere spedite a Maurizio Costanzo, Striscia la Notizia e altri): non ho mai avuto nessuna risposta.
Stessa sorte per molte altre persone che conosco, dall’animalista sfegatato al semplice cinofilo a cui è morto il cucciolo tra le braccia.
Certo, in questo traffico sono implicate troppe realtà: negozi, allevatori, veterinari, lo stesso ENCI (che voltura i pedigree ungheresi senza fiatare, dando ai cani dell’Est – o almeno a quelli sopravissuti - un pedigree italiano e la possibilità di riprodursi)…e ovviamente lo Stato italiano, che permette le importazioni senza sufficienti accertamenti.
Andare a mettere il dito nella piaga rischia di sollevare un vespaio non indifferente…e forse per questo, TUTTO TACE.
Tutti i negozi vendono sempre e solo cani dell’Est?
No, non tutti: anche se purtroppo si tratta della stragrande maggioranza.
Però ci sono anche negozianti-allevatori che vendono i propri cuccioli, talora di ottimo livello.
Come faccio a capire se il negoziante vuole vendermi un cucciolo-truffa?
E’ molto semplice. Basta:
a) chiedere la provenienza esatta del cucciolo e farsela mettere per iscritto.
Ricordiamo che i venditori senza scrupoli cercheranno sempre di far leva sui nostri sentimenti, facendoci sentire addirittura dei disgraziati se facciamo domande precise: ma come? L'amore per il cane non viene prima di ogni altra cosa?
Che ci importa della provenienza, dell'età, del pedigree e di tutte queste sciocchezze?
ATTENZIONE: il gioco è vecchio e sporco...e funziona a meraviglia da anni. Ma è ora di finirla.
Se il venditore accenna a motivazione sentimentali per sviare le nostre domande, rispondiamogli gentilmente che poiché il cucciolo non ci viene regalato, ma dobbiamo pagare per averlo, siamo "costretti" a tutelarci e a chiedere precise garanzie come avviene per qualsiasi compravendita.
Quindi restiamo fermi nelle nostre richieste, e se non vengono accontentate andiamocene senza accettare compromessi.
Di musetti dolci come quello a cui potremmo rinunciare è pieno il mondo: di truffatori, per fortuna, no.
b) richiedere una garanzia sanitaria (sempre scritta!) di almeno venti giorni. Se il cucciolo fosse in buona salute e regolarmente vaccinato, il negoziante non rischierebbe nulla, fornendola.
Se non vuole farlo, è perché ha la coscienza sporca.
Come ci si può tutelare?
Innanzitutto nel modo più semplice: non comprando cuccioli in negozio né alla fiere, e non comprando cuccioli da nessun sedicente “allevamento” che venda cuccioli di oltre dieci razze.
Allevare è un lavoro impegnativo, difficile, che richiede amore e pazienza: è già difficile farlo con una-due razze. Con dieci è impossibile.
Chi alleva troppo alleva sicuramente male: può essere un “cagnaro nostrano” o un importatore, ma in ogni caso non vi darà molte garanzie di salute, bellezza e carattere. Quindi, meglio evitare in ogni caso.
Se volete un cane a basso costo, se non vi interessa farlo riprodurre, se non vi importa nulla di esposizioni o prove di lavoro…i canili sono ZEPPI di cani di ogni età, sesso, forma e colore che aspettano solo una famiglia.
Perché cercare proprio il cane di razza?
La risposta più classica è : “Perché mi piace esteticamente. E poi perché da un cane di razza so esattamente cosa aspettarmi: so quanto sarà grande, che tipo di pelo avrà, che carattere avrà!”.
Beh’…con i cani dell’Est questo non è MAI vero. Il vostro cucciolo, da adulto, somiglierà – questo sì – alla razza di cui vi eravate innamorati…ma non sarà un BEL rappresentante di quella razza e soprattutto non avrà mai un carattere corrispondente a quello descritto dallo Standard di razza. Un po’ perché, dove non c’è selezione, non ci sono neppure risultati (né morfologici, né caratteriali): un po’ perché il distacco precoce dalla madre e i traumi subiti da TUTTI i cuccioli dell’Est causano immancabilmente problemi di carattere.
Tra i cani dell’Est ho già incontrato personalmente Labrador, husky e golden mordaci, rottweiler timidissimi, beagle inavvicinabili dai bambini e così via.
Se nessuno comprasse più i cuccioli dell’Est, quei poverini che fine farebbero?
Questa domanda sembra assai più sensata di quanto non sia…perché in realtà non dovremmo preoccuparci di “salvare dei cuccioli”.
Se nessuno comprasse più cani dell’Est, i negozianti smetterebbero di rifornirsi dagli importatori. Se gli importatori non comprassero più cuccioli, gli allevatori smetterebbero di produrli e si dedicherebbero ad altro.
I cuccioli non vengono al mondo da soli: se nessuno potesse più godere del business a loro legato, si smetterebbe semplicemente di far nascere dei poveri infelici.
Per quanto riguarda quelli già presenti, occorrerebbe SUBITO una legge severa sulle importazioni (legge che NESSUNO sta richiedendo con sufficiente forza: neppure le associazioni animaliste): a questo punto dovrebbe partire una bella indagine sui cuccioli già presenti in Italia. Quelli in perfette condizioni potrebbero essere commercializzati…mentre gli verrebbero sequestrati, affidati a canili sanitari e poi dati in adozione (ma gratuitamente, dopo essere stati curati).
Non so se una legge seria ci sarà mai: noi ci proviamo…ma visto come il Governo ha affrontato il problema dei “cani pericolosi”, ho seri dubbi su quello che potrebbe inventare per arginare il traffico dei cani dell’Est.
Quindi, al momento, le uniche cose da fare per contrastare questo traffico sono due:
a) NON COMPRARE cuccioli nati in un canificio:
b) INFORMARE più persone possibile: parenti, amici…e pure nemici, perché troppa gente ancora NON SA. Ed è così che questo traffico prospera: sull’ignoranza del pubblico…e sulla pelle dei cuccioli.
E’ possibile che un negoziante sia in buona fede, e non sappia cosa si nasconde dietro a questo traffico?
Per quella che è la mia personale esperienza, NO. Non è possibile. Semplicemente perché non è possibile che il negoziante consideri “normale” una percentuale di cuccioli malati e/o morti come quella che riguarda i cani dell’Est.
Tutti i commercianti che finora sono stati messi alle strette, anche se al cliente avevano fatto credere di essere degli ignari angioletti, alla fin fine sono risultati perfettamente consapevoli.
E’ dura farglielo ammettere (è stata dura anche per la Guardia di Finanza, nei casi che ha trattato)…ma finora la realtà pare essere sempre e solo questa: negozianti e cagnari sanno benissimo quello che fanno.
ALCUNE CONSEGUENZE DELLA TRATTA DALL'EST
- recrudescenza della diffusione di malattie che erano ormai praticamente SCOMPARSE dal panorama cinofilo italiano, come cimurro e parvovirosi. I cani dell'Est, debilitati e malnutriti, rappresentano un prezioso serbatoio per questi virus che sono tornati ad appestare le nostre città, diffondendosi a macchia l'olio con gravi conseguenze per TUTTI i cani italiani;
- estrema difficoltà di controllo delle malattie genetiche (displasia dell'anca e del gomito, patologie oculari, patologie cardiache ecc).
Quasi tutti i Club di razza si stanno dando un gran daffare per monitorare e selezionare la popolazione canina, escludendo dalla riproduzione i cani portatori di tare: mentre i cani dell'Est sono quasi immancabilmente affetti da tare genetiche, perché su di loro non esiste NESSUN controllo.
Quando arrivano in Italia e l'ENCI - senza alcun controllo - concede loro un pedigree italiano, questi cani vengono quasi immancabilmente messi in riproduzione dai loro proprietari, a cui fa piacere avere una cucciolata (anche perché persistono dicerie infondate come quella secondo cui la cagna "deve" partorire almeno una volta nella vita) e che ovviamente non hanno idea del danno che possono causare alla razza.
La maggior parte delle persone non sa neppure cos'è il controllo delle malattie genetiche: e non capisce che, se è giusto che il mondo sia dei belli e anche dei meno belli...non è giusto che sia anche dei cani malati, almeno quando si avrebbero i mezzi per evitarlo;
- un'infinità di persone letteralmente truffate e di bambini disperati perché il cucciolo tanto sognato gli è morto tra le braccia dopo pochi giorni;
- sensibile danno per l'allevamento italiano di qualità, che pur affrontando spese ed impegni di grande rilevanza rischia di non vendere i propri cuccioli (sani e tipici).
Perché? Ma perché è considerato "troppo caro"!
Commercianti e cagnari, in realtà, riescono a vendere il cucciolo a qualche centinaio di euro in meno: intanto ci stra-guadagnano lo stesso.
Così gli allevatori seri, per stare almeno nelle spese, devono effettivamente vendere i cuccioli a un prezzo più alto di quello che potrebbero tenere se fossero solo loro a coprire la richiesta nazionale.
Infatti, vendendo di più, potrebbero produrre "un po' di più" : certamente non con i ritmi dei canifici, che oltre ai cuccioli stressano anche le cagne facendole coprire ad ogni calore...ma una cucciolata in più all'anno potrebbero pensare di farla.
E producendo di più e avendo un mercato su cui contare potrebbero abbassare leggermente i prezzi.
In questo modo ci sarebbe anche una maggior produzione di qualità su cui contare e tra cui scegliere i migliori riproduttori, per elevare sempre più il livello della nostra cinofilia.
Mentre oggi capita che allevatori serissimi e coscienziosissimi non abbiano prenotazioni , mentre i cuccioli della stessa razza provenienti dall'Est arrivano letteralmente a carrettate, vanno in vetrina e vengono venduti a ritmi vertiginosi.
CONCLUDENDO:
Se possibile, evitate l’acquisto del cucciolo a Natale: ai vostri bambini regalate una foto della razza che avete scelto, con scritto “Buono per l’arrivo di un meraviglioso cucciolo, non appena l’allevatore sarà pronto per consegnarcelo”.
Ma se proprio DOVETE acquistare il cucciolo sotto le feste, se pensate di non poter sopravvivere un mese in più, se siete assolutamente sicuri che questi siano gli UNICI giorni adatti…allora, vi prego, non comprate cani dell’Est. Per nessun motivo al mondo, qualsiasi favola vi raccontino o provino a raccontarvi.
E se invece avete capito le mie parole, e avete creduto a quella che è semplicemente la verità…parlatene anche con i vostri amici, parenti, conoscenti. Fotocopiate queste pagine e fate opera di volantinaggio.
Spargete la voce più che potete. Perché laddove la legge non arriva a tutelare i cuccioli, forse il passaparola più farlo.
di Valeria Rossi - tratto da "Ti presento il cane"
Nota: riteniamo opportuno precisare che "est" non è sempre e solo sinonimo di disonestà, vi sono ottimi allevatori di bulldog con ottime linee di sangue ma costoro, in quanto tali, non inviano "pacchi postali" qua e là. Quindi teniamo sempre gli occhi ben aperti: Est non sempre equivale a Mercato nero e quindi cuccioli strappati alle loro mamme troppo presto e trasportati in camion in condizioni igenico – sanitarie nulle!!!!!
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